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Vittorio Baldini

([?], circa 1546 - Ferrara, 1618)

Proveniente dall’ambiente veneto, Vittorio Baldini lavora a Ferrara dapprima come
apprendista presso la bottega di Francesco Rossi e, dopo la morte di questi, continua
brevemente a collaborare con gli eredi e la vedova. Subentrato gradualmente ai Rossi
nell’attività, e grazie a notevole intraprendenza, Baldini impianta una propria officina tipografica,
secondo la tradizione nell’angolo fra Corso della Giovecca e Borgo Leoni, presso l’Osteria
della Campana (da cui la dicitura «Tipografia alla Campana» e la marca tipografica
raffigurante, appunto, una campana con il motto «cominus et eminus»), collegandola alla
libreria «della Fenice», da lui pure gestita: l’impresa lo avrebbe condotto a diventare uno
dei più interessanti tipografi operanti nell’Italia della seconda metà del Cinquecento.
La produzione editoriale di Baldini si presenta quantitativamente consistente (gli «Annali» curati
da Valentina Sonzini elencano al 2019 ben 628 edizioni) e caratterizzata da significativa
varietà tipologica: dalla letteratura alla medicina, alla filosofia, ai temi giuridici, dalla storia
alla religione e alla musica (è il tipografo, fra gli altri, dei madrigalisti Luzzasco Luzzaschi e
Claudio Monteverdi), sempre con particolare attenzione ad autori e soggetti ferraresi.
Numerose sono le pubblicazioni d’occasione e devozionali e non mancano atti ufficiali
(bandi e grida) dell’amministrazione estense (fino al 1598) e della Legazione Pontificia (dal
1598 in poi) delle quali Baldini fu tipografo privilegiato.
B. assume infatti il privilegio di «stampatore ducale», regnante la casa d’Este, fino al 1598,
e di «stampatore camerale» (cioè della Reverenda Camera Apostolica) quando continua
ad operare nella Ferrara governata dal Papa. Tale passaggio di ‘stato’ si apprezza in una
delle edizioni uscite dai suoi torchi, i Consilia del giureconsulto Giovanni Battista Laderchi,
la cui gestazione appare complessa: infatti, se il frontespizio reca data di pubblicazione
«1600» accompagnata dal privilegio «camerale», nel colophon il tipografo pone l’anno
«1594», in questo caso - ovvio - con privilegio «ducale»; Sonzini ipotizza dunque che
l’opera possa essere stata effettivamente stampata nel 1594 ma che poi, forse per
questioni economiche, conservata in magazzino e formalmente offerta al pubblico solo nel
1600 previa sostituzione delle carte preliminari, come da consuetudine dell’epoca.
In veste di «tipografo camerale», Baldini stampa anche pubblicazioni ufficiali dello Studio,
come i Rotuli (elenchi) dei lectores incaricati di insegnamenti nei singoli anni accademici -
«artisti» (studiosi di filosofia, medicina, matematica e lettere) e «legisti» -, recanti altresì gli
orari delle lezioni.

MCAB

 

Per approfondire

 

EDIT16, Baldini, Vittorio

Diego Cavallina, L’editoria ferrarese nei secoli XV e XVI, in Il Rinascimento nelle corti padane. Società e cultura, Bari, De Donato, 1977, pp. 341-360

Piero Gargiulo, Bianca Maria Antolini, Baldini, Vittorio, in Dizionario degli editori musicali italiani. Dalle origini alla metà del Settecento, a cura di Bianca Maria Antolini, Pisa, ETS, 2019, pp. 150-155

Angela Nuovo, Il commercio librario a Ferrara tra XV e XVI secolo. La bottega di Domenico Sivieri, Firenze, Leo S. Olschki, 1998, pp. 57-86

Valentina Sonzini, Cominus et eminus. La Tipografia alla Campana: annali di Vittorio Baldini e delle eredi (Ferrara, 1575-1621), Milano, Biblion, 2019

Valentina Sonzini, Dediche e avvisi al lettore nelle pubblicazioni seicentesche delle eredi Baldini, in «Margini. Giornale della dedica e altro», 2018, n. 12

Valentina Sonzini, Procedure editoriali e costo del libro a Ferrara alla fine del Cinquecento, «Bibliothecae.it», II, 2013, n. 1, pp. 123-148, DOI: 10.6092/issn.2283-9364/5616

Nelle biblioteche

Marca tipografica di Vittorio Baldini: campana in cornice figurata e motto «cominus et eminus».