Nato a Vignola il 21 ottobre 1672 da modesta famiglia, studia a Modena presso i gesuiti e prestissimo viene indirizzato alla vita ecclesiastica. A Modena studia anche filosofia e diritto, acquisendo nel 1692 e nel 1694 i relativi titoli dottorali presso il Collegio dei Nobili di San Carlo, che dal 1685 funziona anche come Università. Sotto la guida del bibliotecario ducale Benedetto Bacchini ha modo di ampliare le sue conoscenze e, grazie al medesimo, viene chiamato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Qui, a 23 anni (1695), viene ordinato sacerdote. Gli anni presso l’Ambrosiana sono i più proficui per la sua formazione, soprattutto grazie al contatto diretto e costante con un vastissimo patrimonio manoscritto. Nel 1700 viene richiamato a Modena dal duca Rinaldo I, il quale lo vuole come archivista e bibliotecario ducale. Incoraggiato a dare lustro alle antiche ascendenze estensi, Muratori svolge il suo compito allargando i suoi confini verso una erudizione storica e letteraria alimentata da un solidissimo rigore etico. Tra le molteplici opere per le quali Muratori è ricordato come letterato, filosofo e storico, va segnalato in questa sede il trattato Dei difetti della giurisprudenza, edito nel 1742, con il quale denuncia l’arbitrio dei giudici e i ‘sotterfugi’ degli avvocati, sollecitando il sovrano alla compilazione di un «picciolo codice nuovo di leggi» per troncare le lunghezze e le incertezze dei processi. Infine, ne La pubblica felicità, oggetto dei buoni prìncipi (1749), Muratori disegna gli obiettivi di un ‘dispotismo illuminato’ che sappia, tra le altre cose, formare giuristi aperti alle moderne dottrine europee.

CT

Per approfondire

DBGI: Italo Birocchi (vol. II, pp. 1397-1400)

DBI: Girolamo Imbruglia (2012)

Carmelo Elio Tavilla, Muratori, Ludovico Antonio, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto, 2012

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