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Conclusioni

Come attestato dalle tipologie di pubblicazioni qui presentate, il diritto dell’epoca degli Este non poteva essere solo locale, corrispondente cioè al volere dei Duchi e alle necessità dei territori ferrarese e modenese, perché sempre la cultura giuridica medievale è una combinazione di regole generali e norme particolari, di diritto a dimensione locale e di diritto comune alla civiltà cristiana europea.

Ferrara e Modena sotto gli Este sono, dunque, un esempio per poter meglio comprendere la complessità e la ricchezza della dimensione giuridica medievale, sorretta – più che dall’autorità del sovrano legislatore – dalla sapienza dei giuristi, la cui cultura era necessariamente corale e circolante.

L’evoluzione della produzione editoriale e l’intensa attività degli stampatori locali possono essere seguiti e meglio compresi attraverso la storymap e la timeline della sezione dedicata nella mostra virtuale ai trasferimenti dei giuristi da un luogo all’altro dell’Italia o dell’Europa.

Era consuetudine che un maestro si spostasse da un’Università all’altra, che prestasse il proprio servizio e offrisse le proprie competenze a diversi sovrani o signori nel corso della sua vita: la scientia iuris aveva una dimensione comune all’Europa cristiana, le idee e le opiniones circolavano tanto attraverso gli spostamenti dei giuristi quanto grazie alla diffusa circolazione dei loro testi stampati.

In tale dimensione culturale priva di rigidi confini territoriali, i maestri erano anche perfettamente consapevoli che la loro grandezza, il loro prestigio sociale e la loro autorevolezza dipendevano dall’essere parte di un sapere che si era formato lentamente nel tempo grazie al contributo dei giuristi che li avevano preceduti e che sarebbe poi proseguita dopo di loro.

Le tipologie di testo che la mostra espone e sinteticamente illustra sono, in altri termini, espressione di una cultura giuridica non individuale ma corale, nella quale i maestri ferraresi e modenesi portano il loro contributo all’approfondimento e all’affinamento di un sapere la cui forza sta proprio nell’essere manifestazione di una sapientia maturata gradualmente grazie ad un lavoro interpretativo di tanti giuristi che si citano, si richiamano reciprocamente, si confrontano e a volte si criticano duramente, nella comune consapevolezza che proprio da questo metodo dialettico e dalla circolazione di idee, persone e opere derivi il peculiare primato epistemologico della scientia iuris medievale.

Questi maestri del diritto ci affidano quindi un invito a guardare alla complessità sociale, politica e culturale che si nasconde dietro le sottili considerazioni giuridiche dei loro testi. Una complessità in cui si riflette la società medievale di cui gli Este sono così tipica espressione, e che ha nel diritto una sua essenziale chiave di lettura.

MP