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Passaggi di legni dai Gadaldini ai Cassiani

Molte matrici di origine veneziana del Fondo Soliani che risalgono alla seconda metà del Cinquecento vengono utilizzate, nel secolo seguente, dai Cassiani: è la studiosa Maria Goldoni che lo chiarisce, quando si chiede se non si debba far risalire ai Cassiani una parte significativa della raccolta di matrici ora alle Gallerie estensi (Goldoni 2017).

Si evidenzia allora il caso di una piccola vignetta con Madonna e Bambino presente nel Libro da compagnie de secolari di Paolo Gadaldini (1581) e nella successiva edizione del figlio Francesco (1600), ma anche in un’operina stampata da Giuliano Cassiani nel 1630 . Si tratta infatti della possibile 'spia' di una confluenza di materiale dei Gadaldini nel corredo della stamperia Cassiani.

Alla Biblioteca de Fons antic dell’Università di Barcellona si trova l’unico esemplare per ora noto di un’edizione che toglie ogni dubbio su tale passaggio di matrici xilografiche dalla stamperia dei Gadaldini, dopo la cessazione della loro attività, ai Cassiani: è una copia degli Essercitii spirituali ... Ad vso, & instanza delle monache di S. Eufemia di Modana di Diego Alvarez de Paz, stampati a Modena da Andrea Cassiani nel 1656.

Presentiamo alcune pagine dei Gadaldini e dei Cassiani dove vengono utilizzati gli stessi fregi e iniziali. Si tratta di materiale non presente nel Fondo Soliani ma che può dare un’idea del probabile percorso di molti pezzi che si trovano tuttora nella raccolta.

Particolare dal Libro da compagnie de secolari, Modena, Paolo Gadaldini, 1581, in-4° (BEU VI.G.6.5), c. f3r [h. 40 mm] e Diego Alvarez de Paz, Essercitii spirituali, Modena, Andrea Cassiani, 1656, in-8° (UB CRAI Fons Antic, XVII-L-2665), frontespizio.

Una testatina di origine veneziana nella Stadera del formento: uccellini, fiori

La prima edizione di Antonio Gadaldini con una data certa, il 1544, è la Stadera del formento  di Tommasino Lancillotti (CNCE 41359). In testa e al piede della cornice del frontespizio di questa edizione figurano due legni di origine veneziana con uccellini e motivi fitomorfi disposti simmetricamente.

Esempi veneziani, precedenti, sono il frontespizio degli statuti carmelitani stampati da Giovanni Antonio Nicolini da Sabbio e fratelli nel 1524  (CNCE 9581) e un Donatus senza note tipografiche del 1526 (CNCE 62963), visibile in Essling 1907-1914 (I.1, 443, pp. 392-393).

Sul lato superiore della cornice della Stadera  si trova una copia abbastanza fine del legno veneziano, mentre sul lato inferiore è una copia di qualità più scadente, con cornice di doppi filetti come nell’originale veneziano; nell’altra copia modenese, invece, la cornice è data da un filetto semplice costituito una sola linea. 

I Cassiani riutilizzano il legno di testa della cornice della Stadera negli Essercitii spirituali del 1656 e più tardi, nel 1665, nei Capitoli, et ordini della modenese Confraternita del Suffragio (BID BVEE040666). Essi lo fanno schermando, e quindi eliminando in fase di stampa, le due estremità sinistra e destra della matrice, in modo che l’immagine misuri in larghezza 15 mm in meno - a meno che le estremità della matrice non siano state per qualche motivo materialmente tagliate.

 

Tommasino Lancillotti, Stadera del formento, Modena, Antonio Gadaldini, 1544, in-4° (BEU, R.FER.MOR. 929), c. A1r, particolari del lato sup. del frontespizio [13x97 mm] e del lato inf. [15x97 mm].

Altro fregio dalla Stadera: nastri, fiori

Sempre nella Stadera del formento (1544), sotto lo stemma notarile di Tommasino Lancillotti e sotto una citazione dal Vangelo di Matteo (5, 10), «Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché loro è il regno dei cieli» (difficile non pensare a Antonio Galdaldini e agli anni da lui passati nelle carceri dell’Inquisizione), figura un altro fregio con motivo a nastro e fiori su fondo tratteggiato. Forse anche questo è di origine veneziana e viene ripreso prima da Paolo Gadaldini nel Libro da compagnie del 1581 (CNCE 63201), poi da Andrea Cassiani negli Essercitii spirituali del 1656.

Già nel 1581 il tratteggio sul fondo è poco visibile; nel 1656 quel che si può osservare è ormai un fondo nero.
 

Tommasino Lancillotti, Stadera del formento, Modena, Antonio Gadaldini, 1544, in-4° (BEU, R.FER.MOR. 929), c. H3v [dettaglio: testatina, 15x77 mm].

Una testatina-passepartout di Paolo Gadaldini

Nel Militiae stemmatum, ac iuris prudentiae honoris ... tractatus di Scipione Trigona, pubblicato da Paolo Gadaldini nel 1570 (CNCE 48163), figura una testatina-passepartout con due putti che reggono la cartuccia centrale destinata a accogliere caratteri a stampa e sui lati due mascheroni a mezzaluna.

Si parla qui di passepartout proprio perché la zona centrale della matrice è vuota e lì potevano essere inseriti caratteri tipografici a comporre una parola o una frase. Nel caso dell’edizione di Trigona del 1570 vi si trova il termine «Militaria», che apre la prefazione dell’autore dedicata a chi coltiva le scienze militari e giuridiche: «Militaria, ac legalia profitentibus».

Il fregio viene ripreso, perdendo la sua funzione di passepartout, nel Libro da compagnie pubblicato dallo stesso Paolo Gadaldini nel 1581, dove lo vediamo incorniciare una crocifissione insieme col fregio proveniente dalla Stadera visto in precedenza. Lo si ritrova poi molti anni dopo negli Essercitii spirituali stampati da Andrea Cassiani nel 1656.  

 

Scipione Trigona, Militiae stemmatum ... tractatus, Modena, Paolo Gadaldini e fratelli, 1570, in-4° (BGUMo, FA Triani 175), c. π3v [dettaglio: testatina, 18x81 mm].

Amore

Tra le serie di iniziali che caratterizzano le stampe dei Gadaldini ce n’è una di cui conosciamo finora solo tre lettere: «A», «E» ed «I». Misurano 24 mm in altezza e 23 in larghezza, e sono di argomento strettamente modenese (una parte del sito sui Gadaldini è dedicata a questa serie).

Sono «iniziali parlanti», cioè presentano una lettera dell’alfabeto legata all’immagine di un personaggio o di un oggetto il cui nome inizia con quella stessa lettera: in questo caso «A» come Amore.

Questa «A» è interessante perché, dopo le occorrenze in opere stampate dai Gadaldini, come per esempio nel Tractatus di Trigona, essa viene riproposta negli Essercitii spirituali stampati  da Andrea Cassiani  quasi cento anni dopo. Si tratta proprio del bambino con gigli, a cavallo di una tartaruga, che era stato fin dall’origine il marchio dei Gadaldini.

Nel caso di questa iniziale ciò che importa è «l'identificazione del bambino con Amore: qui il termine non ha il senso generico di "amoretto", "putto", ma quello che poteva avere per un uomo come Antonio Gadaldini, che ormai vecchio pagherà con anni di carcere la sua fedeltà al "beneficio di Cristo"» (UniMoRe, CSBA, I Gadaldini).

Un tempo sufficiente è trascorso affinché i Cassiani possano utilizzare un elemento che è stato così specifico, proprio, identificante un altro tipografo, senza che il lettore se ne accorga o possa comunque esserne disturbato.

 

AL

Scipione Trigona, Militiae stemmatum, ac iuris prudentiae honoris. ... tractatus, Modena, Paolo Gadaldini e fratelli, 1570, in-4° (BGUMo, FA Triani 175), c. L1r [dettaglio: iniziale A (23x24 mm)].