Introduzione
La mostra Maestri di diritto offre spunti per comprendere il ruolo centrale della scienza giuridica nel Ducato estense e, più in generale, nella società europea dell’età basso medievale.
Per governare il proprio territorio, gli Este, così come ogni altro sovrano dell’epoca, avevano bisogno delle competenze e dei consigli dei giuristi.
L’ordinamento giuridico del periodo preso in esame dal percorso espositivo è caratterizzato da un marcato «pluralismo giuridico», cioè un sistema nel quale varie fonti normative concorrenti e covigenti disciplinavano i diversi ambiti della vita sociale e politica. Oltre al diritto comune, basato sull’interpretazione del diritto romano adattato alle nuove esigenze del mondo medievale, vi erano il diritto canonico e quello feudale, le regole imposte dagli statuti cittadini, la lex mercatoria (che potremmo ricondurre all’odierno «diritto commerciale»), le consuetudini del luogo e le opinioni delle corti che potevano valere come precedenti per casi analoghi.
La riconosciuta autorità politica dei Duchi, a Ferrara prima e a Modena poi, non cancella tale pluralità che dunque, per poter essere armonicamente regolata in modo compatibile con il potere degli Este, deve ricorrere al sapere dei giuristi. Il coinvolgimento dei maestri di diritto nella vita politica ed istituzionale del Ducato dimostra quanto fosse importante il rapporto tra esercizio del potere politico e sapere giuridico.
L’attività dello studioso di diritto si manifestava in varie forme: tutte però, dai consilia ai tractatus, dai commentaria alle practicae alla redazione di testi legislativi, avevano una rilevante ricaduta sulla vita quotidiana delle istituzioni ducali e sul modo in cui gli Este riuscivano a governare il territorio e la popolazione. La scienza giuridica di cui quei maestri erano espressione, era ad un tempo funzionale alle particolari necessità del Ducato ed inserita nella più generale cultura dello ius commune.