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I legni Soliani

La raccolta di matrici xilografiche un tempo appartenuta alla stamperia modenese dei Soliani, i cosiddetti «legni Soliani», viene venduta a un privato nel 1864 dagli Eredi Soliani, attivi fino al 1870. Acquisita dallo Stato italiano nel 1887, la raccolta è attualmente conservata alle Gallerie Estensi sotto la denominazione di «Fondo Soliani».

La straordinaria collezione comprende matrici prodotte e utilizzate dai Soliani, come quella da cui è tratto il particolare qui a destra: è una testatina (R.C.G.E. 6326), la cui stampa si ritrova in una pagina dell’edizione Soliani del 1675 degli Statuti di Correggio (BID SBN UBOE009605).

A questo genere di materiale il Fondo unisce matrici provenienti da tipografie modenesi precedenti quella dei Soliani: sono le botteghe di Niccoli, Gadaldini e Cassiani. Infatti, fra XVI e XVII secolo, questi stampatori a loro volta radunano legni provenienti da stamperie di altre città, Venezia prima di tutto, ma anche Ferrara nel caso di Cassiani.

Come i Gadaldini incamerano e riutilizzano matrici che erano state di Niccoli, lo stesso fanno i Cassiani con le matrici appartenute ai Gadaldini. I Soliani invece, raccogliendo le matrici dei precedenti tipografi modenesi e unendole alle proprie, in genere non le riutilizzano nelle loro edizioni. D’altra parte, non risulta che i Soliani, come i loro predecessori, acquistino e utilizzino matrici veneziane.

Per vedere le matrici di cui ci si occupa qui di seguito accanto a stampe modenesi che le hanno utilizzate, si rimanda alla sezione Stampe e matrici a confronto.

Motivo decorativo con vaso, amorini e uccelli [matrice lignea] (Gallerie Estensi, R.C.G.E. 6326): 37x145x24 mm [particolare, diametro: 39 mm].

Una Trinità e una Strage degli Innocenti da Venezia a Modena

Ecco due esempi di passaggi di matrici di probabile origine veneziana da Giovanni Niccoli ai Gadaldini:

1) Nel 1544 Giovanni Niccoli, nelle Prouisioni, decreti, instromenti … della magnifica citta di Modona (CNCE 31609), utilizza un legno probabilmente veneziano con Trinità e angeli, che già figurava due anni prima in un'altra sua edizione: De ecclesiastica republica reuerenti sacre thaeologiae doctoris: magistri Paduani de Grassis (CNCE 78404). Ritroviamo la Trinità di Niccoli, ancora a Modena, quasi quaranta anni dopo, nel 1581 nel Libro da compagnie de secolari stampato da Paolo Gadaldini (CNCE 63201R.C.G.E. 4327; Legni incisi 1986, sch. 3 p. 64, ill. 3.2). Una copia molto fedele della stessa immagine si ripresenta poi nel Seicento sul frontespizio di una stampa popolare veneziana: El Verbum Caro, uscito nel 1616 dai torchi di Giovanni Battista Bonfandino (cfr. Baldacchini 1980, tav. XVI).

2) Nel 1547 è ancora Niccoli che introduce a Modena vari fregi xilografici utilizzati per la cornice del frontespizio degli Statuti della città (CNCE 31611): tra gli altri spicca una Strage degli innocenti, la cui matrice è tuttora presente nel Fondo Soliani (R.C.G.E. 6842), ripresa dai Gadaldini sul frontespizio degli Statuta degli avvocati modenesi del 1559 (CNCE 12747).

Il percorso da Venezia a Modena, passando prima attraverso la stamperia di Niccoli, poi quella dei Gadaldini, è lo stesso che riguarda anche le altre parti delle cornici per i grandi in folio giuridici e statutari richiamati in chiusura della sezione dedicata alla stamperia dei Gadaldini: il riferimento è alle Gride ducali, prouisioni, gratie, et ragioni della città di Modona, stampate probabilmente nel 1575 (CNCE 41394), ed al Libro delle prouisioni, decreti, instromenti, gratie ... per beneficio della magnifica città di Modona del 1578 (CNCE 41405; UniMoRe, CSBA, I Gadaldini).

Crocifissione con la Trinità e angeli [matrice lignea] (Gallerie Estensi, R.C.G.E. 4327): 105x75x21 mm.

Storie della Vergine, ancora da Venezia a Modena

Di origine veneziana sono anche molte altre matrici introdotte a Modena dai Gadaldini nei loro libri, già a partire dal 1544 con il capostipite Antonio.

Ne sono un esempio la Purificazione della Madonna (R.C.G.E. 6419) e la Presentazione della Vergine al tempio (R.C.G.E. 4652) che figurano rispettivamente come lato superiore e inferiore della cornice in una pagina del Libro da compagnie de secolari stampato da Paolo Gadaldini nel 1581 (CNCE 63201).

La prima immagine è la copia speculare di quella che compare nelle pagine dell’Officium beate Marie secundum vsum Romanum stampato a Venezia da Bernardino Stagnino nel 1507 (CNCE 11761); la seconda, invece, proviene direttamente dall’Officium beate Marie Virginis stampato a Venezia nel 1545 da Francesco Marcolini (CNCE 11783) (Legni incisi 1986, sch. 36, pp. 92-93, ill. 31.5).

Nella raccolta Soliani si riscontrano altre matrici provenienti dall’Officium di Marcolini, molte rintracciabili nel Libro da compagnie del 1581, poi nella nuova edizione della stessa opera proposta nel 1600 (CNCE 41390) dal figlio di Paolo Gadaldini, Francesco (Legni incisi 1986, sch. 5, pp. 65-66, ill. 5-6; Goldoni 2009; Goldoni 2019; Goldoni 2020).

Purificazione della Madonna e Presentazione della Vergine al tempio [matrici lignee] (Gallerie Estensi, R.C.G.E. 6419 e R.C.G.E. 4652): 36x97x24 mm e 33x91x22 mm.

Immagini devozionali modenesi

Alcune delle xilografie utilizzate dai Gadaldini sono prodotte da artisti e intagliatori locali.

Tra quelle conservate fino a oggi vi è un’Orazione nell’orto che si trova sul frontespizio delle Considerationi, et auertimenti spirituali di m. Tullio Chrispoldo d'Ariete stampate da Cornelio Galdaldini il vecchio nel 1559 (CNCE 14267). Altre due vignette della stessa mano (Salita al Calvario e Crocifissione) figurano in apertura del secondo e terzo capitolo dello stesso libro, tuttavia l’Orazione nell’orto è l’unica delle tre la cui matrice sia giunta a noi (R.C.G.E. 4466; vedi Goldoni 2017, pp. 64-65).

Forse locale è l'origine pure della matrice per un foglio sciolto prodotto da Paolo Gadaldini: Cristo crocifisso con santa Maria Maddalena, due devote e le «sette parole» (R.C.G.E. 4391; scheda n. 97 in  Legni incisi 1986, pp. 125-127, ill. 56). Tale matrice è un esempio significativo della produzione, da parte delle stamperie, di immagini che non nascono come illustrazioni per libri: può trattarsi di immagini devozionali, come in questo caso, oppure - per esempio - di carte da gioco. Questi fogli sciolti si comprano in libreria o nella bottega dello stampatore ma anche - e forse soprattutto - da venditori ambulanti in occasioni particolari come festività e fiere.

Cristo crocifisso con santa Maria Maddalena, due devote e le «sette parole» [matrice lignea] (Gallerie Estensi, R.C.G.E. 4391): 388x263x22 mm.

Ferrara e Modena: l'Aminta, Fetonte, rose

Sono otto le matrici impiegate per l’edizione dell’Aminta di Tasso stampata a Ferrara nel 1599 da Vittorio Baldini (CNCE 30403) finite nel Fondo Soliani (vedi Legni incisi 1986, sch. 72 alle pp. 113-114, ill. 44, anche se all’epoca erano state identificate solo sei delle otto matrici). Proponiamo qui la matrice che accompagna il Prologo (Gallerie estensi, R.C.G.E. 6431).

Probabile che il passaggio a Modena sia avvenuto, con la fine dell’attività della stamperia ferrarese intorno al 1621, attraverso Giuliano Cassiani che vent’anni prima, nel 1600, quando era ancora soltanto libraio, aveva finanziato la stampa da parte di Baldini dei Consilia di Giovanni Battista Laderchi (CNCE 30405).

Si era creato allora tra i due un rapporto testimoniato anche, in seguito, dal trasferimento di un lavorante di Cassiani, il mantovano Bartolomeo Gaetti, da Modena a Ferrara come collaboratore di Baldini nella sua tipografia, dove assumerà anche un ruolo di direzione alla morte del titolare (Sonzini 2019, pp. 55-56).
C’è poi di Baldini una bella iniziale parlante (lettera dell’alfabeto che riproduce l’immagine di un personaggio o di un oggetto il cui nome inizia con quella stessa lettera), un F[etonte] (Gallerie estensi, R.C.G.E. 5793), che ritroviamo a Modena per esempio nelle Consultazioni forensi di Filippo Castaldi stampate dagli eredi di Cassiani fra 1681 e 1688.
E c’è, anche se la matrice non è stata conservata, un fregio xilografico che figura nei Consilia di Laderchi del 1600, una bella rosa utilizzata come finalino, che si ritrova in seguito ripetutamente in opere stampate da Cassiani a Modena.

Vignetta per il prologo dell'Aminta di Torquato TassoCapolettera «F» raffigurante la caduta di Fetonte [matrici lignee] (Gallerie Estensi, R.C.G.E. 6431 e R.C.G.E. 5793) : 40x53x19 mm e 45x40x22 mm.

Quel che si è perso

Verso la fine della loro attività, nel 1828, i Soliani propongono una serie di sette volumi in cui vengono riprodotte stampe da tutte le matrici della loro collezione, numerate da 1 a 2240. I volumi si intitolano Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani (Modena, 1828).

L’unica copia dei sette volumi ad oggi nota è conservata presso la Biblioteca civica d'arte e architettura «Luigi Poletti» di Modena e le immagini delle pagine di tali esemplari sono ora visibili in linea attraverso il catalogo Imago.

Possiamo trovare qui anche la riproduzione di matrici disperse negli anni seguenti, fra cui:

-  una Pentecoste: utilizzata dai Giunti nel 1576 per un Missale Romanum (CNCE 11641Legni incisi 1986, p. 66), viene riproposta da Paolo e poi da Francesco Gadaldini nelle rispettive edizioni del Libro da compagnie de secolari (1581 e 1600). Della matrice già nel 1828 resta soltanto un frammento, stampato dai Soliani nel settimo volume e non numerato;

-  il lato inferiore della cornice proveniente da libri liturgici veneziani utilizzata ripetutamente a Modena prima da Giovanni Niccoli poi dai Gadaldini, che arrivano a farne una specie di marchio di fabbrica dei loro in folio giuridici e statutari. L’immagine è identificata nel quinto volume del catalogo del 1828 col numero 1750 (Legni incisi 1986, sch. 2, pp. 63-64, ill. 3.3; UniMoRe, CSBA, I Gadaldini).

 

AL

 

Nelle biblioteche

Pentecoste Giunti in Eredi Soliani, Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani, fasc. 7, Modena, Eredi Soliani, 1828 (BPOL, St.volume 29), c. 227r [h. 159 mm; lato inf. 49 mm; lato sup. 33 mm.