Boschi riscontrò tra i militari impegnati in azioni belliche forme patologiche psichiatriche minori enormemente diffuse, che più che di cure cliniche avevano necessità di cure psicologiche ed intuì la necessità di aprire ospedali dedicati alle nevrosi di guerra, fisiche e psichiche.
Nell’Ospedale di Riserva di Ferrara affidato alla cura del dott. Bruno Modena, che faceva parte della sua equipe, Boschi diede quindi impulso a ricerche cliniche sulle tonalità affettive dei malati fisici di guerra e sostenne la necessità di allontanare i feriti dalle zone di guerra per ovviare il manifestarsi di ipotonia nervosa causata dall’atmosfera del combattimento.
Propose quindi, ed ottenne in accordo con i massimi gradi della Sanità Militare, di istituire nel 1916 il primo Ospedale Militare Neurologico Italiano per nevrosi di guerra a Ferrara, poco fuori delle mura di Ferrara in Via Comacchio presso Villa del Seminario (attuale Centro Studi Opera Don Calabria) di cui fu direttore con i gradi di Maggiore medico dalla primavera del 1916 al 1918.
In questo ospedale si ritrovarono ricoverati nel 1917 Giorgio de Chirico e Carlo Carrà. De Chirico era rientrato da Parigi con suo fratello, Alberto Savinio, e si arruolarono prima a Firenze e da lì furono inviati al 27° Reggimento Fanteria, che aveva deposito a Ferrara presso la Caserma Pestrini (dislocata all’incrocio tra Viale Cavour e Via Aldighieri).
Anche Carlo Carrà, in forza al 27° reggimento fanteria stanziato a Pieve di Cento, fu ricoverato a Villa del Seminario all’inizio di maggio del 1917 dove incontrò per la prima volta de Chirico con cui era già intercorso uno scambio epistolare su sollecitazione di Ardengo Soffici, che aveva raccomandato a Carrà se fosse andato a Ferrara di conoscere de Chirico, per avere l’occasione di vedere le sue opere.
Nacque presto un’amicizia tra i due, sostenuta dal comune obiettivo della ricerca di una nuova estetica metafisica.
L’ospedale a Villa del Seminario si delineò come un luogo in cui venivano stimolate le attività creative come mezzo di cura e dove, insieme con il prof. Ruggero Tambroni direttore del Manicomio provinciale di Ferrara, e come era nelle intenzioni di Gaetano Boschi, venivano incoraggiati dibattiti e confronti intellettuali tra i pazienti allo scopo di ottenere la completa guarigione dei malati psichicamente debilitati.
Boschi e Tambroni incoraggiarono quindi i due artisti alla pittura partecipando con loro a discussioni estese al fratello Alberto Savinio e a Filippo de Pisis, qui ugualmente ricoverato.
Il periodo trascorso da questi artisti a Villa del Seminario fu limitato, ma vide la formazione di un’idea poetica ben precisa e la creazione di opere fondamentali per la pittura italiana del Novecento.
Grazie alla fortuita compresenza di questi artisti e al lavoro condotto da Gaetano Boschi e dai suoi assistenti, Villa del Seminario fu luogo ideale per favorire l’intreccio tra psichiatria, cultura, arte visiva e letteratura e per lo sviluppo di una tra le più importanti correnti della poetica artistica italiana del XIX secolo. Si è trattato di un proficuo periodo per la cultura italiana e Villa del Seminario ha reso possibile l’incontro di queste personalità che ne hanno lasciato traccia nelle loro testimonianze scritte oltre che nelle opere pittoriche.
Per approfondimenti consultare il sito su Villa del Seminario del Centro Studi Opera Don Calabria di Ferrara.