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La Salutare e gli albori della radio-neurochirurgia

La Salutare (Casa della salute, a Padova, dal 1923 al 1940)
La cura del sistema nervoso, e gli albori della radio-neurochirurgia

In Italia, le esperienze legate al binomio neurologia-chirurgia erano agli albori e il prof. Boschi le definiva ad un livello quasi “infantile”, ma le sue intuizioni, e ricerche condotte da anni su questo versante, unite alle sue collaborazioni con i migliori istituti e scienziati europei, fecero sì che si creassero le condizioni per un progetto altamente innovativo.


Fu costituita una società anonima, presieduta dal conte Arturo Giglioli, padre della contessa Maria Giglioli, moglie di Boschi, di cui facevano parte figure ferraresi di rilievo, tra cui il duca Francesco Massari Zavaglia, il cavaliere del lavoro Carlo Hirsch, il commendatore Giulio Gatti Casazza, l’avvocato Gilberto Pisa, l’ingegner Lucello Marzari, il padovano conte Giacomo Miari. La società anonima diede vita all’istituto neruologico “La Salutare” a Padova che fu diretta dal cavalier Dottor Gustavo Tanfani.


Questo progetto, privato, fu l’evoluzione delle esperienze di Boschi e del prof. Gustavo Tanfani (allievo del Morselli) che, già colleghi a Ferrara nell’Ospedale Militare Neurologico per nevrosi di guerra, continuarono a collaborare sino a quando nel 1918 Boschi venne chiamato a Bari a dirigere il Centro Neurologico di Corpo d’Armata, dove i due diedero inizio all’attività di radio-neuro-chirurgia, con i primi interventi neurochirurgici su soldati, feriti in guerra con lesioni al sistema nervoso, che avevano perso la funzionalità degli arti, o erano sofferenti di altre patologie come le nevrosi.


Nel dopoguerra le problematiche sociali e mediche relative agli invalidi di guerra, e tutta l’esperienza maturata con la medicina di guerra, parvero destare meno interesse tra ricercatori e medici. Boschi scrisse a più riprese affinché non si disperdesse questa esperienza di medicina sociale che, benché applicata nel periodo bellico, poteva essere di aiuto in termini riabilitativi anche in periodo di pace.
Il luogo designato ad accogliere “La Salutare” fu “Villa Baldin”, ad Altichiero, poco distante da Padova, un edificio storico poi ampliato con diverse palazzine, e dotato di un grande parco alberato di oltre due ettari ed una chiesetta. Sul finire della guerra la villa ospitò anche il Re Vittorio Emanuele III poco prima del trasferimento a Villa Giusti, sede delle trattative dell’armistizio.
A guerra terminata, nel 1923 venne inaugurata “La Salutare” alla presenza delle massime autorità, sia ferraresi che padovane, di cui la sede legale fu mantenuta a Ferrara.
L’edificio, pur mantenendo il suo aspetto storico, fu riadattato ed ampliato, aggiunte due verande per la elio e aeroterapia; aveva una capienza di sessanta stanze, dotate del massimo comfort.
Erano presenti anche sale per pazienti indigenti inviati in convenzione dagli Enti pubblici e dagli Istituti di Assistenza. Il grande salone della villa fu decorato e dipinto dal russo Alexander Alexeef, conosciuto da Boschi al Centro Neurologico di Corpo d’Armata di Bari.

La clinica era un luogo d’eccellenza per la cura delle malattie nervose, dotato di oltre venti sale provviste delle più moderne e innovative tecnologie: un impianto radiologico azionato da un’unica cabina, e composto da una sezione per la radiodiagnostica ed una sezione per la radioterapia profonda, dedicata alla cura di tumori inoperabili, artriti, ulcere perforanti, gravi paralisi.


Erano strumentazioni molto potenti ed all’epoca tra le migliori al mondo e tra esse un letto di Schittenhelm per la cura di arteriosclerosi e neuroartriti; un apparato per la diatermia, elettroterapia con impianti di elettrostatica e di alta frequenza, di elettricità galvanica e faradica; due sale idroterapiche, idroelettroterapia, meccanoterapia; sale per termoterapia; apparecchiature “Hohensonne” a raggi ultravioletti; un impianto di diatermia; un ambulatorio diagnostico per analisi istologiche.

Era presente anche una moderna sala chirurgica dove Boschi, neurologo, e un abile chirurgo come Tanfani, con grande sintonia e competenza professionale basandosi su collaudate conoscenze neurologiche e padronanza delle manovre chirurgiche nella cura dei tumori cerebrali, diedero l’avvio alla radio-neuro-chirurgia.

 

Nei primi dieci anni di attività dell’istituto furono ricoverate, e curate, circa 1800 persone, affette da disturbi sia neurologici (ad es. patologie organiche del sistema nervoso, distrofie muscolari progressive, sclerosia placche, polinevriti, compressioni midollari, epilessi e tumori cerebrali) sia psichiatrici (ad es. nevrosi funzionali, disturbi nevrastenici, isterici, schizofrenici, nevrosi traumatiche, psicosi sensorie).
Furono inoltre curate malattie della nutrizione, del ricambio, esaurimenti nervosi, obesità, diabete, paralisi funzionali, emiplegie organiche, tremori, atassie, nevralgie, morbo di Basedow, malattie funzionali della digestione e della circolazione.


Migliaia di malati furono anche curati ambulatorialmente. I pazienti, inviati dai loro medici e chirurghi, arrivavano per la maggior parte da Padova e Ferrara, ma anche da molte parti d'Italia e dall'estero.
 La struttura offriva servizi di pernottamento e ristorazione. “La Salutare” dovette cessare le attività nel 1940, all’inizio della Seconda guerra mondiale, a causa della pericolosità dei vicini bombardamenti e dalla necessità di mettere in sicurezza i degenti.