Palazzo Bevilacqua Costabili (Ferrara)
Palazzo Bevilacqua Costabili
(tra il 1930 ed il 1961)
Questo percorso espositivo intende ricordare la figura del prof. Gaetano Boschi, illustre neuropsichiatra, già direttore del Manicomio provinciale di Ferrara, cattedratico e Magnifico Rettore presso l’Università di Modena, direttore di diverse cliniche ospedaliere a Ferrara e in altre città italiane.
Nel 1930 i coniugi Boschi acquistarono il quattrocentesco palazzo Bevilacqua Costabili, ora sede del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, dove la famiglia vivrà fino al 1961. Gaetano Boschi aveva sposato Maria Giglioli, figlia di Ermanno e di Paolina Mas, ed erede di una parte delle
sostanze dello zio conte Cosimo Masi: i coniugi Boschi vengono citati nel prezioso archivio della famiglia Giglioli in atti di diversa natura, in prevalenza amministrativi, negli anni tra il 1908 e il 1944.
A ricordo della permanenza della famiglia Boschi in questo palazzo, una targa marmorea è stata collocata nel suo scenografico androne il 6 giugno 2016, alla presenza delle autorità cittadine e dei discendenti del professore, tra i quali la nipote Eleonora Gandini che, insieme al fratello Gaetano Giovanni Gandini sono stati promotori dell’iniziativa cui ha fatto seguito nel giugno 2022 la donazione dell’archivio personale del nonno all’Università di Ferrara. La targa marmorea recita
QUESTO PALAZZO GIÀ BEVILACQUA – COSTABILI
FU ACQUISTATO NEL 1930 DAL PROF. GAETANO BOSCHI
E DALLA CONSORTE CONTESSA MARIA GIGLIOLI, DI ANTICA
FAMIGLIA FERRARESE E DIVENNE LA LORO DIMORA FINO AL 1961.
IL PROF. GAETANO BOSCHI (1882-1969) FU NEUROPSICHIATRA
DI FAMA INTERNAZIONALE. CANDIDATO AL PREMIO NOBEL.
Parte dell’edificio venne trasformato ben presto ai piani rialzati in foresteria dove potevano essere ospitati pazienti provenienti da altre città italiane o dall’estero per richiedere un consulto o una visita al prof. Boschi, che aveva attrezzato nel palazzo il suo ambulatorio e che affiancava quello in Via De Romei.
La segreteria, le prenotazioni, l’agenda degli impegni istituzionali, l’assistenza infermieristica, ed il riordino del palazzo, erano garantiti da tre sorelle che lì vivevano. Era inoltre presente un ampio studio professionale ed una biblioteca personale, con i volumi delle varie discipline di cui Boschi era cultore: dai grandi classici della letteratura moderna, alla filosofia, alla storia dell’arte, pittura e scultura, musica classica e musica lirica.
Agli inizi degli anni Sessanta il prof. Boschi si trasferì con la famiglia a Bologna in un grande attico in Via Marconi e qui, benchè già ottantenne, non abbandonò le sue ricerche e mantenne contatti con colleghi a livello nazionale ed internazionale.
Dalla sua residenza ferrarese fece arrivare a Bologna anche la sua nutritissima biblioteca composta di decine di migliaia di volumi, che trovò accoglienza in un appartamento acquistato allo scopo nelle vicinanze della sua abitazione, dove poté frequentare i suoi libri con assiduità ed interessa.
Boschi nei suoi scritti espresse parole di ringraziamento verso chi già a Ferrara si era preso cura della cospicua biblioteca: “Sto per tessergli un elogio che mi sboccia dal cuore un po’ come atto di doveroso riconoscimento. Si chiama P.L., il quale con una coscienziosità e una solerzia impagabili ha accudito e accudisce all’ordinamento, alla scaffalatura, alla registrazione di tutti i miei libri, delle riviste e di tutte le pratiche scientifiche… Era un funzionario dell’Ospedale Psichiatrico che io avevo diretto fino al 1942; e analogo servizio egli aveva reso al mio predecessore e direttore di quell’istituto… E questa biblioteca così ben ordinata dal gran cuore e dal senno di questo Uomo fu da parecchie personalità visitata; a dire il vero senza nessuna mira da parte degli ospiti e soltanto per incrementare col sussidio di una sintonia spirituale il godimento di questo rifugio che, volere o volare, traspira spiritualità”.
A questo luogo il prof. Boschi aveva dato un nome per lui ricco di significato ovvero, “Il Sacrario”.
Nell’archivio personale donato all’Università di Ferrare è conservato un album, con copertina ornata, dove i visitatori illustri venivano invitati a lasciare un ricordo scritto, una dedica, un’opinione su quanto visto, e li si immagina colpiti dalla quantità e qualità delle pubblicazioni ivi presenti sia scientifiche che umanistiche.
Questo l’appunto del dott. Alessandro Simili (i massimi esperti di storia della medicina a Bologna insieme a Ladislao Munster) il 7 maggio 1967: “Ammirato per lo stupendo “sacrario”, tempio nobilissimo e idoneo all’altezza intellettuale e spirituale del suo illustre proprietario, porgo al carissimo Maestro l’augurio più fervido di lunga e fervida attività scientifica a luce delle scienze mediche e a conforto dei suoi cultori”.
Nel palazzo furono ospitate, in visita, alcune delegazioni straniere, tra cui spicca quella della World Parliament Association, proposta dal filosofo Bertrand Russell, in occasione della conferenza annuale tenuta a Venezia nel 1961, e presieduta da Boschi, nei saloni di Palazzo Ducale.
Per tre decenni palazzo Bevilacqua Costabili fu residenza del prof. Boschi che non lo lasciò nemmeno, quando nel 1942 gli venne riconosciuta per meriti la cattedra in Clinica delle Malattie nervose presso l’Università di Modena, dove fu Magnifico Rettore dal 1947 al 1950 e dove terminò la sua carriera accademica nel 1957.