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L’Ospedale psichiatrico Provinciale di Ferrara e le collaborazioni ferraresi

Conseguita la laurea nel 1906 all’Università di Padova, Gaetano Boschi intraprese subito gli studi di neuropsichiatria che iniziò presso il Manicomio Provinciale di Ferrara, prima come II Medico assistente poi, dopo concorso nel 1908, come I Medico assistente.
L’anno successivo, nel 1909, ottenne la nomina a Medico Primario al Manicomio Provinciale di Sondrio, appena inaugurato sotto la direzione del dott. Luigi Lugiato, proveniente come Boschi dall’Ateneo patavino.

 

Boschi tornò a Ferrara l’anno seguente, nel 1910, con la nomina a Vice Direttore del Manicomio Provinciale, diretto, dal 1893, dal dott. Ruggero Tambroni.
“Perché andò a Ferrara? Perché quell’istituto psichiatrico era allora, sotto la guida prestigiosa di Ruggero Tambroni, una fucina di alienisti, all’avanguardia nel difficile rinnovamento psichiatrico italiano. Non per nulla mio padre (1) rievocando quel particolare momento storico, ha parlato di Psichiatria Eroica”. (2)

 

Dal 1914 al 1916 fu Presidente dell’Accademia delle Scienze mediche e naturali di Ferrara.  Su intuizione e proposta del dott. Emilio Padovani, promosse presso tale Accademia, le prime “Riunioni Medico-militari”, per trattare, e condividere, problematiche relative alla medicina e alla chirurgia di guerra. Parteciparono, con grande interesse, accademici e ufficiali medici, sia militari che della Croce Rossa di Ferrara e Rovigo.

 

Richiamato alle armi durante la Grande Guerra, propose, ed ottenne, in accordo con i massimi gradi della Sanità Militare, di istituire il primo Ospedale Militare Neurologico Italiano per nevrosi di guerra a Ferrara, poco fuori delle mura, in Via Comacchio, presso Villa del Seminario (attuale Centro Studi Opera Don Calabria). Ne fu il direttore, con i gradi di Maggiore medico dalla primavera del 1916 fino al 1918.

 

Dopo la Grande Guerra Boschi ritornò a Ferrara in qualità di vice direttore del Manicomio Provinciale, e la Sanità militare lo scelse come rappresentante italiano alla Terza Conferenza Interalleata della Sanità Militare a Parigi. Aveva già partecipato, anche come relatore, alle precedenti edizioni. Fu indubbiamente la grande occasione che gli aprì le porte delle note Cliniche di Parigi, che, come la Salpêtrière, erano all’avanguardia, e dove si recherà spesso imparando le fini tecniche dell’indagine semeiologica della scuola del prof. Joseph Babinski, e le speciali tecniche di trattamenti particolari della scuola del prof. Jean Martin Charcot, di cui Babinski era stato allievo e aiuto medico.

 

Nel 1921 Boschi fu Docente incaricato di Clinica delle Malattie nervose a Ferrara, dove, nell’anno successivo (1922) sottolineò per la prima volta la necessità di un approccio culturale combinato tra la clinica e la radiologia, che era agli albori, applicata alla neurologia. Fu la base per lo sviluppo della neurochirurgia.

 

Dal 1923 Boschi iniziò le sue ricerche sulla fisiopatologia del liquor cefalo-rachidiano. La conoscenza e lo sviluppo di quella che venne definita, dopo la sanguigna e la linfatica, la terza circolazione. Il neurochirurgo americano Harvey Williams Cushing affermava all’epoca che il liquor cefalo-rachidiano (L.C.R) fosse prodotto solamente dai plessi corioidei, mentre Boschi arrivò a scoprire che la produzione in realtà era ubiquitaria. A Ferrara contribuirono ampiamente a questi studi diversi suoi allievi quali Giuseppe Campailla, Ferdinando Barison, Luigi Telatin, Aldo Montemezzo e Maria Cori.

 

Nel 1930 divenne direttore, presso l’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, della Divisione di Neuropatologia, da lui stesso ideata e promossa. In Italia a quell’epoca ne esistevano soltanto due, di cui una a Milano diretta dal prof. Eugenio Medea, ed una a Roma, diretta dall’insigne prof. Giovanni Mingazzini.

 

Sempre nel 1930 si tenne a Ferrara il Congresso Nazionale della Società Freniatrica Italiana, organizzato dall’allora direttore del Manicomio provinciale, il prof. Ruggero Tambroni. In quell’occasione il prof. Boschi illustrò, in modo dettagliato, una casistica neurochirurgica di tumori encefalici e midollari ad esito positivo, alla presenza degli stessi pazienti guariti.

 

Il 1 gennaio 1931 Boschi fu nominato Direttore del Manicomio Provinciale di Ferrara, succedendo al dott. Ruggero Tambroni. Nel Manicomio Provinciale grazie al primo direttore, il dott. Girolamo Gambari, fu pubblicato il “Bollettino medico” dell’istituto, con cui si intendeva avvicinare la popolazione, in maniera trasparente, ai metodi di cura, al miglioramento delle condizioni dei pazienti, agli investimenti ricevuti, o a brevi notizie sulle persone ammalate di disturbi psichici e ricoverate nell’ospedale.
Una metodologia trasparente che intendeva opporsi allo stigma della diversità. Sotto la direzione del successivo direttore, il dott. Ruggero Tambroni, il “Bollettino medico” venne trasformato ed ampliato in “Giornale di Psichiatria e Tecnica manicomiale”, strumento di divulgazione scientifica molto apprezzato all’epoca, anche oltre i confini nazionali.
Con la direzione di Boschi la pubblicazione si ampliò in “Giornale di Psichiatria e Neuropatologia”, sviluppando il binomio psichiatria-neurologia, anch’esso carattere divulgativo delle più recenti scoperte scientifiche basate sulla evidenza.

Tra il 1931 e il 1936 Boschi fu Docente di Infortunistica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara.

Nel 1936, Boschi fu proposto da un gruppo di ventiquattro direttori di istituti psichiatrici, al Ministero della Pubblica Istruzione, a coprire una Cattedra universitaria per riconosciuti requisiti di Maestro Insigne. La nomina arrivò nel 1942.
Dal 1935 al 1943 fu eletto per la seconda volta Presidente dell’Accademia delle Scienze mediche e naturali di Ferrara e, dal 1938 al 1949, fu titolare della cattedra di Medicina legale e delle assicurazioni presso l’Università di Ferrara.

Dopo il 1961, lasciata la residenza di Palazzo Bevilacqua-Costabili di Ferrara, si trasferì in centro città a Bologna, in un grande attico di un moderno palazzo in Via Marconi. Collocando in un grande appartamento nelle vicinanze, la sua biblioteca, “Il Sacrario”, come era solito chiamarlo.

 

(1) Emilio Padovani: Psichiatria eroica. Neuropsichiatria, 22, 1-32, 1966. Dei 22 allievi di Tambroni ben 11 divennero direttori di ospedale psichiatrico.
(2) Cit. Giorgio Padovani: Ricordo di Gaetano Boschi. Neuropsichiatria, 24, 1969