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PROPSIFE: 170 ANNI DI PSICHIATRIA A FERRARA


Ideato da Luigi Grassi, professore ordinario di Psichiatria, Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, il Progetto Psichiatria Ferrara: 170 anni (ProPsiFe) ha preso il via dalla donazione all’Università di Ferrara da parte della famiglia Gandini, in particolare di Eleonora Gandini e del fratello Gaetano Giovanni, dell’archivio personale del nonno il professor Gaetano Boschi (1882 - 1969).

La storia della Psichiatria a Ferrara e la psichiatria nella storia di Ferrara si snoda in realtà in molti decenni, ben oltre le note vicende riguardanti la “Follia” di Torquato Tasso, il suo ricovero presso l’Ospedale S. Anna dal 1579 al 1586 da parte di Alfonso II d’Este e il proseguimento per altri 300 anni della “cura” delle persone con malattia mentale presso lo stesso nosocomio.

Cogliere i punti salienti della psichiatria nella storia di Ferrara nell’arco degli ultimi 170 anni, partendo dalla istituzione dell’Ospedale Psichiatrico ai giorni nostri è alla base di questo progetto.


Introduzione

La psichiatria ha nel corso del tempo cambiato profondamente le proprie caratteristiche, passando da una “disciplina” atta ad occuparsi dei malati mentali che nel Rinascimento aveva iniziato a concepire parti degli ospedali come asili per gli “alienati mentali” oltre che per “le putte, le donne miserabili e a castigo”, “i mendici maschi, i putti e i vagabondi”,  [1][2] alla creazione dei manicomi (ospedali dei pazzi), allo sviluppo della figura medica dell’alienista e alla “liberazione dei folli dalle catene”  che ad opera di medici psichiatri quali Philippe Pinel nell’asilo di Bicêtre e quindi nel complesso psichiatrico dell’Ospedale Salpêtrière, in Francia o a Chiarugi in Italia.

Nel 1861 nasce la Società Frenopatica Italiana, fondata da Biagio Gioacchino Miraglia, che già nel 1849 aveva espresso la necessità di organizzare un'Accademia di Medicina Mentale[3]. Nel 1873 quanto determinato in termini di “umanizzazione” della follia, in quanto patologia  psichica, diviene parte dello statuto specifico della Società Italiana di Freniatria che cambierà  poi nome, nel 1932 in Società Italiana di Psichiatria, prima società scientifica in Italia tra tutte le discipline specialistiche (la società italiana di Neurologia verrà fondata oltre 30 anni dopo, nel 1907).[4]

Durante il periodo della manicomializzazione, come istituzione di “cura”, notevole fu la spinta di ricerca scientifica di tipo medico-neuropsichiatrico, nel tentativo di studiare sia in senso neurologico la malattia mentale sia in senso psicologico, come la teoria e tecnica psicoanalisi che proprio un neurologo, Sigmund Freud stava sviluppando a cavallo del tra XIX e XX secolo.[5][6]

Nel periodo post-seconda guerra mondiale, i movimenti di ampia contestazione socio-culturale del 1968, toccarono anche la psichiatria, in particolare in Italia che, dieci anni dopo, nel 1978. approverà la riforma psichiatrica dello stesso anno, inglobata quindi nella legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la chiusura degli ospedali psichiatrici.

Fu una svolta epocale della organizzazione dei servizi psichiatrici e della psichiatria. Fu un’epoca complessa, caratterizzata anche da estremismi significativi, quali la negazione totale della malattia mentale, come costrutto falso determinato dalle forze di potere e dai movimenti anti-psichiatrici, associazioni antipsichiatriche o da gruppi di lavoro che, in maniera a loro volta ideologizzata o sproporzionata, hanno messo e mettono in evidenza il pericolo di applicare metodi scientifici in psichiatria, come strumento di controllo e omologazione, limitando la devianza dai comportamenti socialmente riconosciuti  come normali.[7][8]

Infine, analogamente a quanto stava avvenendo nell’ambito delle discipline mediche, si assiste in psichiatria ad un movimento alla acquisizione di uno statuto scientifico inclusivo della ricerca di “prove” di efficacia delle cure psichiatriche, secondo l’ottica della evidence-based medicine.
È la psichiatria che si orienta, senza cancellare il proprio approccio umanistico (o di neo-umanesimo)[9] alla medicina di precisione basata sulla definizione dei diversi domini di funzionamento psichico, che tengano in considerazione la fisiologia, le caratteristiche ambientali (eventi traumatici e storia di vita), le neuroscienze cognitive e la neuropsicologia (fMRI or RMN diffusiva, memoria, attenzione, affettività, controllo cognitivo), i circuiti neurali in un’ottica di big data (provenienti da electronic health records, banche-dati e informazioni plurime di devices mobili) e di biosignature molecolare (provenienti dalle c.d. panomics, quali la proteomica, la metabolomica, la genomica, la transcriptomica o la epigenomica).[10]

 

Il Progetto PROPSIFE

L’evoluzione della psichiatria a livello nazionale si estrinseca evidentemente anche a livello locale, per quanto riguarda Ferrara e la sua caratterizzazione nel corso degli ultimi secoli.

In particolare, la storia della Psichiatria a Ferrara e la psichiatria nella storia di Ferrara si snoda, come in Italia, in molti secoli, che vanno dalle note vicende riguardanti la “Follia” di Torquato Tasso, il suo ricovero presso l’Ospedale S. Anna dal 1579 al 1586 da parte di Alfonso II d’Este, nonché il proseguimento per altri 300 anni della “cura” delle persone con malattia mentale presso lo stesso nosocomio.
Cogliere i punti salienti della psichiatria nella storia di Ferrara seguendo come tracce quanto sintetizzato più sopra, partendo dalla istituzione dell’Ospedale Psichiatrico per arrivare ai giorni nostri, è alla base del progetto PROPSIFE.


In un periodo storico, come quello attuale, caratterizzato tra i tanti aspetti, dalla perdita della memoria del passato, risulta quanto mai necessario valorizzare la tradizione della psichiatria, che, quanto meno come società scientifica compie 150 anni e che, relativamente al progetto, alla storia di Ferrara, implica la urgente necessità di destigmatizzare la psichiatria stessa, sensibilizzando sul tema della salute mentale, che a Ferrara annovera sin dalla seconda metà dell’800 importanti esempi e protagonisti.

 

[1] Roscioni L.: Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi nell'età moderna. Bruno Mondadori, Milano, 2003
[2] Henderson J.: The renaissance hospital. Healing the body and healing the soul. Yale University Press, London 2006 (tr it L’ospedale rinascimentale. La cura del corpo e dell’anima. Odoya editore, Bologna, 2016)
[3] https://psichiatria.it/chi-siamo/storia/
[4] https://psichiatria.it/chi-siamo/storia/
[5] Focault M.: Storia della follia nell’età classica. Rizzoli, Milano, 1961.
[6] Focault M.: Follia e psichiatria. Detti e scritti 1957-1984. Raffaello Cortina, Milano, 2006.
[7] Council for Evidence-Based Psychiatry; http://cepuk.org/
[8] Szas T.: The Myth of Mental Illness: Foundations of a Theory of Personal Conduct. (tr it Il mito della malattia mentale: fondamenti per una teoria del comportamento individuale)
[9] Mezzich J.E., Botbol M., Christodoulou G.N., Cloninger R.C., Salloum I.M. (Eds): Person Centered Psychiatry. Springer, New York, 2016.
[10] Williams LM, Hack LM. Precision Psychiatry. Using Neuroscience Insights to Inform Personally Tailored, Measurement-Based Care. Washington, DC, American Publishing Press, 2021.