Introduzione
La psichiatria ha nel corso del tempo cambiato profondamente le proprie caratteristiche, passando da una “disciplina” atta ad occuparsi dei malati mentali che nel Rinascimento aveva iniziato a concepire parti degli ospedali come asili per gli “alienati mentali” oltre che per “le putte, le donne miserabili e a castigo”, “i mendici maschi, i putti e i vagabondi”, [1][2] alla creazione dei manicomi (ospedali dei pazzi), allo sviluppo della figura medica dell’alienista e alla “liberazione dei folli dalle catene” che ad opera di medici psichiatri quali Philippe Pinel nell’asilo di Bicêtre e quindi nel complesso psichiatrico dell’Ospedale Salpêtrière, in Francia o a Chiarugi in Italia.
Nel 1861 nasce la Società Frenopatica Italiana, fondata da Biagio Gioacchino Miraglia, che già nel 1849 aveva espresso la necessità di organizzare un'Accademia di Medicina Mentale[3]. Nel 1873 quanto determinato in termini di “umanizzazione” della follia, in quanto patologia psichica, diviene parte dello statuto specifico della Società Italiana di Freniatria che cambierà poi nome, nel 1932 in Società Italiana di Psichiatria, prima società scientifica in Italia tra tutte le discipline specialistiche (la società italiana di Neurologia verrà fondata oltre 30 anni dopo, nel 1907).[4]
Durante il periodo della manicomializzazione, come istituzione di “cura”, notevole fu la spinta di ricerca scientifica di tipo medico-neuropsichiatrico, nel tentativo di studiare sia in senso neurologico la malattia mentale sia in senso psicologico, come la teoria e tecnica psicoanalisi che proprio un neurologo, Sigmund Freud stava sviluppando a cavallo del tra XIX e XX secolo.[5][6]
Nel periodo post-seconda guerra mondiale, i movimenti di ampia contestazione socio-culturale del 1968, toccarono anche la psichiatria, in particolare in Italia che, dieci anni dopo, nel 1978. approverà la riforma psichiatrica dello stesso anno, inglobata quindi nella legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la chiusura degli ospedali psichiatrici.
Fu una svolta epocale della organizzazione dei servizi psichiatrici e della psichiatria. Fu un’epoca complessa, caratterizzata anche da estremismi significativi, quali la negazione totale della malattia mentale, come costrutto falso determinato dalle forze di potere e dai movimenti anti-psichiatrici, associazioni antipsichiatriche o da gruppi di lavoro che, in maniera a loro volta ideologizzata o sproporzionata, hanno messo e mettono in evidenza il pericolo di applicare metodi scientifici in psichiatria, come strumento di controllo e omologazione, limitando la devianza dai comportamenti socialmente riconosciuti come normali.[7][8]
Infine, analogamente a quanto stava avvenendo nell’ambito delle discipline mediche, si assiste in psichiatria ad un movimento alla acquisizione di uno statuto scientifico inclusivo della ricerca di “prove” di efficacia delle cure psichiatriche, secondo l’ottica della evidence-based medicine.
È la psichiatria che si orienta, senza cancellare il proprio approccio umanistico (o di neo-umanesimo)[9] alla medicina di precisione basata sulla definizione dei diversi domini di funzionamento psichico, che tengano in considerazione la fisiologia, le caratteristiche ambientali (eventi traumatici e storia di vita), le neuroscienze cognitive e la neuropsicologia (fMRI or RMN diffusiva, memoria, attenzione, affettività, controllo cognitivo), i circuiti neurali in un’ottica di big data (provenienti da electronic health records, banche-dati e informazioni plurime di devices mobili) e di biosignature molecolare (provenienti dalle c.d. panomics, quali la proteomica, la metabolomica, la genomica, la transcriptomica o la epigenomica).[10]
[1] Roscioni L.: Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi nell'età moderna. Bruno Mondadori, Milano, 2003
[2] Henderson J.: The renaissance hospital. Healing the body and healing the soul. Yale University Press, London 2006 (tr it L’ospedale rinascimentale. La cura del corpo e dell’anima. Odoya editore, Bologna, 2016)
[3] https://psichiatria.it/chi-siamo/storia/
[4] https://psichiatria.it/chi-siamo/storia/
[5] Focault M.: Storia della follia nell’età classica. Rizzoli, Milano, 1961.
[6] Focault M.: Follia e psichiatria. Detti e scritti 1957-1984. Raffaello Cortina, Milano, 2006.
[7] Council for Evidence-Based Psychiatry; http://cepuk.org/
[8] Szas T.: The Myth of Mental Illness: Foundations of a Theory of Personal Conduct. (tr it Il mito della malattia mentale: fondamenti per una teoria del comportamento individuale)
[9] Mezzich J.E., Botbol M., Christodoulou G.N., Cloninger R.C., Salloum I.M. (Eds): Person Centered Psychiatry. Springer, New York, 2016.
[10] Williams LM, Hack LM. Precision Psychiatry. Using Neuroscience Insights to Inform Personally Tailored, Measurement-Based Care. Washington, DC, American Publishing Press, 2021.
Il progetto ProPsiFe
L’evoluzione della psichiatria a livello nazionale si estrinseca evidentemente anche a livello locale, per quanto riguarda Ferrara e la sua caratterizzazione nel corso degli ultimi secoli.
In particolare, la storia della Psichiatria a Ferrara e la psichiatria nella storia di Ferrara si snoda, come in Italia, in molti secoli, che vanno dalle note vicende riguardanti la “Follia” di Torquato Tasso, il suo ricovero presso l’Ospedale S. Anna dal 1579 al 1586 da parte di Alfonso II d’Este, nonché il proseguimento per altri 300 anni della “cura” delle persone con malattia mentale presso lo stesso nosocomio.
Cogliere i punti salienti della psichiatria nella storia di Ferrara seguendo come tracce quanto sintetizzato più sopra, partendo dalla istituzione dell’Ospedale Psichiatrico per arrivare ai giorni nostri, è alla base del progetto PROPSIFE.
In un periodo storico, come quello attuale, caratterizzato tra i tanti aspetti, dalla perdita della memoria del passato, risulta quanto mai necessario valorizzare la tradizione della psichiatria, che, quanto meno come società scientifica compie 150 anni e che, relativamente al progetto, alla storia di Ferrara, implica la urgente necessità di destigmatizzare la psichiatria stessa, sensibilizzando sul tema della salute mentale, che a Ferrara annovera sin dalla seconda metà dell’800 importanti esempi e protagonisti.
Obiettivi
ProPsiFe ha dunque diversi obiettivi. Da un lato, rianimare e valorizzare i luoghi e i periodi storici della psichiatria ferrarese, recuperando quanto nelle diverse epoche (incluso il recupero del patrimonio della biblioteca del Manicomio provinciale poi Ospedale psichiatrico di Ferrara) è avvenuto in città e nel suo territorio, affinché ciò sia di insegnamento e arricchimento, facendo vivere i suddetti luoghi e periodi.
Lo sviluppo del progetto avverrà attraverso la valorizzazione degli spazi di quella fase della psichiatria di Ferrara, in particolare Villa del Seminario (ora Centro Studi Opera Don Calabria) e Palazzo Bevilacqua-Costabili (Via Voltapaletto), casa di Boschi e della consorte contessa Giglioli e attuale sede del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara.
Gli altri luoghi di valorizzazione saranno oltre che la vecchia sede dell’Ospedale psichiatrico (Via Ghiara) attuale sede del Dipartimento di Architettura e degli ospedali S. Anna (attuale Cittadella della Salute San Rocco) e Azienda ospedaliera S. Anna (sede di Cona).
L’attivazione di percorsi culturali costituiti da mostre, musei virtuali e pubblicazioni, che offrano a cittadine e cittadini opportunità di conoscenza e di fruizione del patrimonio della psichiatria nella storia di Ferrara, attraverso il lavoro di digitalizzazione dei propri giacimenti culturali dell’Università di Ferrara rappresenta uno degli strumenti per raggiungere quanto PROPSIFE si è dato come fine.
PROPSIFE rientra peraltro anche tra gli obiettivi di Terza Missione dell’Università di Ferrara, che trovano attuazione grazie alla proficua collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione e la Ripartizione biblioteche dell’Ateneo, impegnati nella rivalorizzazione della sua storia grazie allo studio delle collezioni documentali e le collaborazioni scientifiche con l’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Anna e l’Azienda USL di Ferrara, oltre che associazioni e istituzioni costituite da ricercatori ed esperti.
A supporto del progetto, l’Università degli Studi di Ferrara mette a disposizione importanti collezioni documentarie e tra esse custodisce anche il fondo librario della Biblioteca storica dell’Arcispedale S. Anna di Ferrara, che è stato integralmente catalogato ed è consultabile dal portale del Sistema Bibliotecario di Ateneo MyBiblioUnife.
L’Università di Ferrara cura la tutela e la valorizzazione delle proprie collezioni documentarie anche sostenendo la partecipazione a bandi esterni tra cui il bando della Regione Emilia-Romagna PR-FESR 2021-2027. Priorità 1 Ricerca, Innovazione e Competitività e Digitalizzazione. Azione 1.2.2 Sostegno alla trasformazione e allo sviluppo digitale della cultura: interventi sulle Digital Humanities, bando a sostegno della digitalizzazione del patrimonio culturale di biblioteche, archivi storici, musei e altri istituti e luoghi della cultura, cui è stato candidato il progetto “Welfare Culturale e Salute Mentale. Dal disagio al benessere psicologico attraverso un ecosistema digitale della cultura”.
La speranza è che quanto questi 170 anni hanno realizzato nel contesto della città e del suo territorio possa essere parte di una continuità del pensiero e della pratica clinica e formativa, rispetto ad un futuro innovativo e dove le sfide, inclusa l’intelligenza artificiale in psichiatria, possano assumere un ruolo positivo per la cura delle patologie psichiatriche, come messo a fuoco negli ultimi anni [1], anche dal nostro gruppo di lavoro [2].
[1] Ray A, Bhardwaj A, Malik YK, Singh S, Gupta R. Artificial intelligence and Psychiatry: An overview Asian J Psychiatr. 2022 Apr;70:103021.
[2] Ferrara M, Franchini G, Funaro M, Cutroni M, Valier B, Toffanin T, Palagini L, Zerbinati L, Folesani F, Murri MB, Caruso R, Grassi L. Machine Learning and Non-Affective Psychosis: Identification, Differential Diagnosis, and Treatment Curr Psychiatry Rep. 2022 Dec;24(12):925-936