Mostra
Uliva Velo, Vittorio Longheu
L'obiettivo di una mostra è esporre opere e raccontare una storia.
La disciplina dell'allestimento - o exhibition design come ormai si definisce - riguarda la progettazione di un'immagine larga che ha la funzione di tenere insieme la storia per cui viene concepita la mostra e il disegno degli elementi utili a presentarne i contenuti.
Le parole ci raccontano quale processo si mette in atto per la realizzazione di un'esposizione: allestiamo (deriv. lesto = preparare, mettere in punto, rendere lesto cioè pronto) uno spazio attraverso il di-segno segno (deriv, greco, σημείου, studio dei segni e il modo in cui questi abbiano un senso) di vari elementi.
Così si concretizza un luogo di sapere, autenticità, comunicazione, interazione e allo stesso tempo di contemplazione e meraviglia. Si approcciano diversi "luoghi" della percezione: quelli della conoscenza, attivando la parte razionale attraverso spiegazioni per la comprensione; quelli dell'immaginario, puntando sulla parte irrazionale con il sovvertimento delle regole; quelli delle suggestioni, usando le tecniche della sinestesia e della metafora.
Parallelamente lo spazio di accoglienza della mostra è un luogo concreto, quasi sempre già esistente e quindi con cui è necessario relazionarsi. Le possibilità sono svariate (spazio museale o con altra funzione, spazio pubblico o privato, un interno o un esterno, storico o moderno ecc) e ciascuna pone interrogativi speciali.
Nel caso specifico di questa iniziativa dell'Università di Ferrara la scelta si è indirizzata verso un luogo particolarmente denso di piani di relazione: l'ex chiesa di Santa Maria delle Grazie - convento della fine del XV secolo - è stata recuperata per la funzione di biblioteca grazie al progetto dell'architetto Giuseppe Rebecchini (1941-2018) realizzato negli anni 1994-2000.
L'attuale organizzazione interna, caratterizzata da un setto posto in diagonale e da due livelli ad esso legati, regala diversi punti di vista dell'edificio storico e crea spazi diversificati utili per una distribuzione di settori espositivi; non facile risulta, d'altra parte, la relazione di un ulteriore strato di progettazione da sovrapporre ai due già esistenti.
Santa Maria delle Grazie è stata presa come spazio-contenitore per la realizzazione di una mostra all'interno del Laboratorio di Product Design 2 con l'intento di approfondire lo studio, la comprensione e la sperimentazione delle potenzialità del design nella valorizzazione del patrimonio artistico-culturale.
I progetti hanno lo scopo valorizzare il contesto museale ferrarese inteso come bene culturale e i risultati si possono apprezzare all'interno di Natura Naturata al piano superiore della mostra.
Al piano terra e al primo, utilizzando i tavoli originali disegnati da Rebecchini, lo spazio è stato allestito per la temporanea funzione espositiva in maniera lineare con l'intento di far percorrere al visitatore l'intero volume della chiesa.
Dalla mostra reale alla mostra virtuale
Marco Manfra
Dovendo coniugare le attività di promozione culturale pubblica e la didattica accademica, la mostra Natura Naturata è stata accessibile al pubblico solo dal 18 aprile al 1 maggio 2019.
La brevità dell'evento e la concomitanza con altre iniziative culturali non hanno compromesso l'affluenza di visitatori che è stata più che soddisfacente e particolarmente qualificata in un generale apprezzamento del luogo prescelto, del percorso espositivo, della narrazione grafica e dei preziosi volume esposti.
Il positivo riscontro del pubblico ha suggerito la prosecuzione virtuale dell’esposizione per consentirne la fruizione a quanti non abbiano avuto l’occasione di visitarla. L’idea di una mostra virtuale è sostanziata dalla convinzione che essa sia un mezzo adeguato per concorrere alla valorizzazione del patrimonio culturale conservato dall’ateneo permettendo la fruizione continuativa di opere e documenti non facilmente accessibili agli utenti senza mettere a rischio la tutela del patrimonio stesso.
La scelta del mezzo attraverso cui realizzare la mostra virtuale si è indirizzata inizialmente sul Content Management System open source MOVIO, rivolto a tutti gli istituti culturali italiani con lo scopo di realizzare mostre virtuali e percorsi tematici online e nato dalla cooperazione tra l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e l'Istituto Centrale per gli Archivi, in collaborazione con l’Osservatorio tecnologico per i beni e le attività culturali.
Accanto alla realizzazione di virtual exhibition, il percorso intrapreso grazie allo studio ed alle attività di tutela delle collezioni antiche dell'ateneo ci ha reso consapevoli della necessità di dotarci di strumenti tecnologici finalizzati alla realizzazione e conservazione di collezioni digitali delle opere possedute.
L'analisi condotta ci ha suggerito l'impiego di Omeka S, una piattaforma open source di pubblicazione web di nuova generazione per gestire le raccolte del nostro patrimonio culturale digitale in connessione con risorse online di altre istituzioni.
Oltre ad includere digitalizzazioni delle opere librarie esposte (con i relativi link al catalogo del Sistema Bibliotecario di Ateneo) e una selezione dei testi esplicativi originali della mostra, il format virtuale comprende contenuti integrativi riguardanti il cantiere allestitivo, l’evento inaugurale, la rassegna stampa e i risultati della valutazione dell’impatto dell'iniziativa sul pubblico.