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Il cielo e la terra

 

Renato Posenato

I volumi esposti sono conservati nella Biblioteca del Polo Scientifico-tecnologico e facevano parte dei "fondi antichi" dei Dipartimenti di Fisica e di Scienze della Terra. La maggior parte dei testi selezionati venne acquistata verso la metà del Novecento da Piero Leonardi, professore dell'Ateneo ferrarese, nell'intento di dare lustro alla biblioteca di nuova fondazione dell'allora Istituto di Geologia.

Spiccano alcuni volumi pubblicati tra il XVII e il XVIII secolo che rappresentano le basi scientifiche della Paleontologia e della Geologia. Si tratta di opere che portarono, attraverso l'osservazione naturalistica, al superamento delle interpretazioni dogmatiche medioevali dei fenomeni geologici e dei fossili.

Il percorso espositivo si apre con due volumi dedicati allo studio dei corpi celesti: La scienza dei cieli di Gregorio Piccoli (1741) e il Compendio d'astronomia di Jerome de La Lande (1777) con tavole ripiegate raffiguranti immagini di strumenti per la ricerca astronomica. L'avvicinamento all'osservazione della Terra si compie attraverso l'opera di Francesco Serao dedicata all'eruzione del Vesuvio che, nel 1737, causò la completa distruzione di Torre del Greco. Nel libro viene usato per la prima volta il termine "lava" e si danno consigli per mitigare il rischio vulcanico.

Snodo centrale della sezione è La vana speculazione disingannata dal senso di Agostino Scilla (1670), volume che ha contribuito alla nascita della moderna Paleontologia e all'interpretazione dei fossili come resti di organismi vissuti nel passato e non come, seguendo l'interpretazione aristotelica, lusus naturae (scherzi di natura).

 

L'opera di Scilla presenta un apparato iconografico particolarmente ricco e pregevole, a rivelare le notevoli abilità artistiche dell'autore che fu anche pittore. La vana speculazione ebbe una grande risonanza in tutta Europa tanto che i fossili della collezione Scilla vennero acquistati nel 1717 dall'Università di Cambridge, dove tutt'ora si trovano.

A seguire, De' corpi marini che su' monti si trovano di Antonio Vallisneri (1728) uno dei primi studi di Geologia pubblicati in Italia nel quale viene data un'interpretazione razionale dei fenomeni geologici. Oltra a discutere l'origine dei fossili e del paesaggio, viene illustrata l'origine delle sorgenti dove l'acqua scaturisce dopo essersi infiltrata nelle rocce dall'alto.

Di rilevante interesse geologico è anche il volume De' crostacei e deli altri marini corpi che si truovano su' monti di Antonio Lazzaro Moro (1740) nel quale viene proposto un modello orogenetico precursore, per certi aspetti, della "Tettonica delle placche". Il sollevamento delle montagne viene qui attribuito a spinte interne provenienti dalla parte incandescente della Terra.

Nell'opera vengono discusse le eruzioni vulcaniche del Vesuvio e di Santorini. La sezione si chiude con Ambrogio Soldani che dedica larga parte del suo Saggio orittografico (1780) alla descrizione e illustrazione dei microfossili segnando l'inizio della Micropaleontologia, disciplina sviluppatasi dalla seconda metà del Novecento e che contribuisce alla datazione delle rocce e all'analisi delle variazioni climatiche del passato.

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