Lo sviluppo del progetto per la sede ferrarese della Società Adriatica di Elettricità coinvolge Carlo Savonuzzi dal novembre 1957 e soprattutto nel 1958, appena dopo il progetto sviluppato da Angelo Scattolin, Luigi Vietti, Cesare Pea per la nuova sede veneziana della SADE in rio Novo.
La documentazione residuale del progetto comprende due lettere, qualche foglio di annotazioni e diversi disegni, molti dei quali relativi allo studio per la facciata del palazzo su piazza Santo Stefano; sulla medesima piazza prospetta anche l'omonima chiesa, fra le più antiche della città e monumento a cui si riservava grande attenzione dopo il restauro della facciata attuato nel 1905. Per tale ragione, si può credere, il progetto del palazzo SADE e particolarmente il suo prospetto principale fu soggetto anche all'approvazione del Soprintendente. Nondimeno, il nuovo edificio sorgerà in sostituzione del preesistente Palazzo Modoni, la cui fronte occupava un intero lato dello slargo.
Da quanto in nostro possesso, si deduce che Savonuzzi abbia lavorato per studiare l'ingombro planimetrico dell'edificio, articolandolo con una diversa inclinazione rispetto al palazzo preesistente, ricercando una buona simmetria e tracciando la posizione di massima della maglia strutturale dei pilastri interni.
I disegni preliminari venivano trasmessi alla SADE affinché il loro ufficio tecnico potesse completare la definizione delle planimetrie ai vari livelli. Ma soprattutto furono predisposte alcune soluzioni di facciata, con diversa altezza e numero di piani, e una parte in sopralzo ma arretrata: per facilitare la scelta, Savonuzzi inviò anche alcune prospettive da cui si potesse comprendere l'ambientamento del nuovo palazzo sulla piazza (in una configurazione differente da quella effettivamente realizzata).
Nel particolare della facciata principale è interessante osservare come il dettaglio in prospetto e sezione convivano contemporaneamente sulla tavola, per consentire un migliore controllo dell'esito progettuale determinato dall’accostamento sapiente dei laterizi e anche un più affidabile esito realizzativo.