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Nel 1927 viene scelto un terreno inedificato a sud delle mura per la costruzione del Foro Boario, in prossimità della strada per Bologna e della ferrovia.


Il progetto di Carlo Savonuzzi si sviluppa attorno a una piazza ellittica su cui affacciano i tre fabbricati principali, collegati da passaggi in quota, a definire un ingresso di geometrica monumentalità.  Dietro di essi un’area di 5 ettari con stalle e tettoie in cemento armato per il ricovero degli animali (fino a 1500 capi).


Le funzioni commerciali si svolgevano nel fabbricato principale, che accoglieva la borsa per le compravendite entro un ampio e luminoso salone, la banca, gli uffici e gli spazi accessori per le attività economiche.


Il FACS custodisce numerosi elaborati grafici che mostrano l'evoluzione del progetto sia in pianta che in alzato, ma soprattutto evidenziano, in questo caso ancor più che in altri, le diverse scale di intervento in cui si deve muovere Savonuzzi, dal tracciamento stradale e fognario a servizio dell’area all’impianto architettonico d’insieme, allo studio funzionale di ogni parte, alla definizione dei particolari costruttivi.


Per questo progetto, in cui si cimenta nei primi anni della sua carriera, viene prodotta una rilevante quantità di particolari architettonici e decorativi, sviluppati nel biennio 1928-1930 e progressivamente semplificati e alleggeriti soprattutto nelle linee di disegno dei fronti esterni.


Si è scelto di concentrare l’attenzione sulle scale, tema risolto sempre in modo impeccabile: la scala principale, di collegamento della sala borsa con il ballatoio soprastante, è dettagliata fino alla dimensione reale del caposcala, del balaustro e del corrimano, realizzati da artigiani di grande esperienza e fotografati dopo la messa in opera. Analogo confronto si può fare, tra disegno e realizzazione, per la scala che conduce all’appartamento del custode, in cui il caposcala è una sorta di lampione.